Biografia dell'artista

Alberico Verzoletto nasce nella frazione Botto di Trivero il 20 dicembre1935. Frequenta le scuole elementari a Botto e subito dimostra una spiccata dote naturale per l’arte in generale.
I compagni di classe ricordano ancora oggi come si prestava ad aiutarli nell’esecuzione dei compiti di disegno loro assegnati.
Il padre Italo, uomo laborioso e intraprendente, muore quando Alberico ha solo 9 anni, per un’affezione ai polmoni contratta in guerra. La mamma Egle, malata di cuore, lo lascia orfano a 19 anni.
L'UOMO E LA SUA ARTE

Artista dalla corposa e variegata produzione, protrattasi dagli anni Cinquanta del Novecento al primo decennio del Duemila, Alberico Verzoletto è uomo dalla personalità multiforme: in lui convivono slanci focosi, laconici raccoglimenti, assorte malinconie, emozioni antitetiche che sfociano nei contrasti di colore evidenti nelle sue opere. I suoi frequenti silenzi verbali non sono dovuti a mancanza di argomentazioni, ma a una scelta libera e cosciente: sono le tele a parlare, sono le tele che comunicano con i fruitori più ricettivi in modo diretto e con grande intensità. Definirlo uno dei tanti “pittori di valle” è banalmente riduttivo: la complessità della sua ricerca, personale e artistica, supera infatti ogni possibile definizione, va oltre i limiti geografici e culturali dell’ambiente in cui si è formato.
LE TEMATICHE ARTISTICHE

LE NATURE MORTE
Verzoletto pone particolare attenzione nei dettagli delle nature morte, in particolare quando dipinge i girasoli. Non li rappresenta rigogliosi nei campi, ma – similmente a Van Gogh – già colti, al principio del loro decadimento. Posti in semplici vasi o sui tavoli, appaiono in tal modo come ammonimenti sulla caducità dell’esistenza, riflessioni su quanto la bellezza sia fragile ed effimera. Lo spettacolo della natura non è destinato a durare nella realtà, ma è fissato per sempre nell’opera. Attraverso la pratica artistica il pittore crea un intrigante dialogo tra sé, il mondo circostante e il prossimo, rappresentato dagli spettatori dell’opera.